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ADERIRE ALL'AZIONE CATTOLICA - PERCHE'?
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SCEGLI DI ADERIRE
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Udienza del S. Padre con l'Azione Cattolica - 3 Maggio 2014
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A seguito delle indicazioni del Consiglio diocesano del 28 febbraio scorso, il Vescovo ha confermato Presidente diocesana dell’Azione Cattolica per il triennio 2014-2017 Anna Dal Pozzo.
Nel darne notizia a presidenti parrocchiali e consiglieri diocesani, queste sono state le prime parole di Anna a tutta l’AC diocesana:
“Ho accettato di proseguire in questo impegno con spirito di servizio, confidando nel Signore e nell’aiuto di tutti voi per fare un’AC – e quindi
una Chiesa – capace di parlare alla vita e della vita, come ci siamo detti in assemblea“.
Pubblichiamo la nomina, avvenuta il 4 marzo 2014, del Vescovo Mons. Ghirelli Tommaso che ha rivolto ad Anna e a tutta l’associazione parole non di circostanza che riportiamo:
“Cara Anna, nella tua persona, benedico e sostengo tutta l’Azione Cattolica impegnata nella formazione del laicato e nella collaborazione con il
presbiterio , ben radicata nelle Parrocchie e sensibile all’unità dell’intera Chiesa locale, in generosa collaborazione e sinergia con le altre associazioni qui presenti.
L’Azione Cattolica italiana ha già dato alla Chiesa Santi, Beati, Venerabili, Servi di Dio e altre figure significative, oltre tutto anche locali, che
giustamente dovrete onorare e prego di cuore possiate imitare.”
Contatti
Azione Cattolica DIOCESI DI IMOLA
Piazza Duomo, 2
telefono/fax: 0542 23201 segreteria@acimola.it
Orari di apertura: Martedì 16:00-19:00, Giovedì 9:30-13:00, Sabato 9:30-13:00
Finalità e servizio
L'articolazione del fine dell'ACR nelle quattro mete che seguono è esposta solo per favorire approfondimenti e per consentire la possibilità di programmare degli itinerari con obiettivi concreti
e verificabili: esse, infatti, unitariamente considerate descrivono il "tipo" di ragazzo che il progetto ACR intende contribuire a "costruire".
PRIMA META: EDUCARE IL RAGAZZO AL DONO DI SÈ
Il ragazzo è aiutato ad aprirsi al graduale rapporto con gli altri, curandone lo sviluppo e la qualità.
Egli dovrà scoprire che "ci sono anche gli altri" e che questi altri sono persone come lui. Mentre aumenta il numero delle persone di cui fa la conoscenza, il ragazzo deve acquisire capacità
stabili di accettazione, rispetto e apprezzamento nei loro confronti; considerarle, nell'ottica della fede, quali figli dello stesso Padre e quindi fratelli; abilitarsi alla collaborazione e al
servizio; percepire che queste persone formano comunità e che la comunità attende da lui cosciente senso di appartenenza ed impegno di partecipazione e di apporto costruttivo, secondo la linea
della carità evangelica.
SECONDA META: EDUCARE IL RAGAZZO ALLA RESPONSABILITÁ
Il ragazzo è persona e, come tale, soggetto attivo di scelte, di decisioni, di azioni. Di questi suoi atti egli si sente responsabile in quanto dipendono da lui ed è chiamato a risponderne. La
progressiva responsabilizzazione del ragazzo comporta quindi la capacità di aprirsi alla propria dignità di persona, di soggetto libero, di autore consapevole delle proprie azioni di cui misura
sempre più la portata, dentro il "disegno" sapienziale di Dio.
TERZA META: EDUCARE IL RAGAZZO AL RAPPORTO PERSONALE CON CRISTO
Cristo èpresente in mezzo agli uomini con il suo Spirito per condurli al Padre. Egli ama incontrare ogni uomo, ogni ragazzo, per fargli dono della salvezza. Il battesimo ? la prima realizzazione
di tale incontro. L'incontro va però scoperto, apprezzato, ratificato mediante un cosciente e crescente aprirsi a Cristo da parte del ragazzo. Ciò avverrà attraverso un cammino di fede adatto
alla sua età. I ragazzi saranno aiutati a incontrare Cristo nella molteplicità delle presenze che realizza: la Parola, la liturgia, la preghiera, i fratelli, gli avvenimenti e le azioni
evangeliche. Questi incontri genereranno un rapporto permanente con Cristo concretato nella sequela e nella testimonianza.
QUARTA META: EDUCARE IL RAGAZZO A VIVERE LA CHIESA
Chiamato ad un rapporto vitale con Cristo, il ragazzo è in pari tempo chiamato a far parte di quel "corpo di Cristo" che èla Chiesa. Di questo "corpo" Cristo è il capo, il ragazzo un membro. Capo
e membra, formano la famiglia dei figli di Dio: la Chiesa animata dallo Spirito. Questa appartenenza alla Chiesa deve realizzarsi e dispiegarsi nel ragazzo secondo un crescendo articolato di atti
vitali: la graduale scoperta della comunità, la consapevole appartenenza ad essa, la partecipazione impegnata alla sua vita, la scoperta della propria vocazione personale, il servizio, la
testimonianza di Cristo tra i fratelli.
Incontri Sabato pomeriggio, dalle ore 14.30 alle 16.30, in PARROCCHIA.
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Inno ACR 2015 - 2016: "Viaggiando verso te"
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Finalità / Servizi
Il Cammino Formativo dei Giovani è la proposta formativa che l'Azione Cattolica Italiana fa ai giovani dai 18 ai 25 anni. Una proposta di formazione globale e integrale, capace di accompagnare il
giovane verso una fede adulta, nell'attenzione a tutte le dimensioni della vita. Opzione fondamentale, integrazione personale, dono di sé sono le tre categorie di sintesi, o nuclei fondamentali,
intorno a cui si struttura un percorso sviluppato in una prospettiva settennale e articolato in itinerari ispirati al Progetto Formativo dell'Azione Cattolica Italiana. In continuità con il
Cammino Formativo dei Giovanissimi, anche questo ha come riferimento principale la proposta di fede che la Chiesa italiana fa con il Catechismo dei Giovani, attraverso l'invito ad una esperienza
personale e comunitaria, pluriennale ed approfondita. Il Cammino Formativo intende in questo modo servire anche tutta la comunità ecclesiale e porsi come proposta significativa a servizio della
pastorale giovanile, che è sempre più preoccupata di far giungere la Buona Notizia ad ogni giovane, che vive sul territorio, e desidera fare della comunità cristiana, di ogni parrocchia e
diocesi, una casa accogliente per tutti.
Il cammino personale a partire dal vangelo di Marco e per un cammino di gruppo.
Non abbiate paura, è risorto (Mc 16, 6)
La luce della risurrezione dà senso ai singoli progetti di vita; orienta l'impegno quotidiano verso il compimento del Regno; inaugura un nuovo modo di camminare insieme, ansimante di gioia e di
sicura speranza. Come ricorda Paola Bignardi su Nuova Responsabilità, "questa Speranza, che è una Persona, ci dà ragioni di vita, di bene, di impegno". Il Cristo risorto apre il cammino della
Storia alla realizzazione piena del progetto di Dio sull'intera famiglia umana.
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Campo Giovanissimi 2015
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L’età adulta inizia quando le decisioni che danno fisionomia concreta alla persona si avviano a diventare stabili, soprattutto nell’ambito della vocazione e della professione. Si passa dalla
ricerca del lavoro ad un’occupazione meglio definita; da una ricerca vocazionale aperta alla scelta di uno stato di vita; nell’affettività ci si orienta verso scelte stabili. Ciò non toglie che
oggi essere adulti significhi anche convivere con tante incertezze e sentire il bisogno di “ricentrare” continuamente il proprio io nell’essenziale. Le domande formative tipiche di questa età
riguardano soprattutto il senso della vita e della morte, il valore del lavoro e delle relazioni, i modi di un’appartenenza libera e responsabile alla Chiesa e di una fede non separata dalla
quotidiana vita personale, familiare e sociale, e impegnata in una continua lettura sapienziale della storia e dei segni dei tempi.
Vivere la sintesi fra il Vangelo e la vita
La fede dell’adulto si qualifica per la maturità con cui opera la sintesi tra il Vangelo e la vita quotidiana; per la convinzione nel comunicarla agli altri; per l’impegno a darle sempre maggiore
profondità in un cammino di spiritualità laicale. Per gli sposi la maturità della fede si traduce anche nel rendersi reciproca testimonianza del Vangelo e nel comunicarne la bellezza ai propri
figli. La formazione si caratterizza per la cura della fede che passa attraverso le esperienze formative e l’impegno ad interpretare da credenti la vita personale, con i suoi fatti, le sue
svolte, le sue responsabilità, le sue crisi, con l’evoluzione del nucleo familiare.
Attraverso tutto questo prende forma concreta e dinamica il progetto di Dio sulla vita di ciascuno.
Per questo, la formazione in età adulta è centrata sulla ricerca continua dell’essenziale nel rapporto con il Signore, e tende a mettere la persona in grado di vivere la vocazione laicale
coltivando l’attitudine a pensare, curando la qualità delle relazioni, maturando un’esperienza ecclesiale missionaria e di comunione. All’adulto, inoltre, si chiede di saper rendere ragione della
propria fede e incarnarla nella realtà culturale.
Alimentare le scelte di fondo
In AC la proposta associativa è orientata a sostenere nell’adulto la fiducia, contro la tentazione dell’indifferenza, facile a chi ha dovuto ridimensionare alcune idealità giovanili o ha fatto i
conti con quella parte di delusione di sé e degli altri che inevitabilmente il vivere comporta; la fedeltà, contro la tentazione del dimettersi dalle responsabilità assunte, dure da portare
avanti nella ferialità dell’esistenza, per sceglierle di nuovo con realismo e rinnovare anche il “sì” della fede in quel passaggio decisivo che i maestri spirituali chiamano “seconda
conversione”; il dono di sé contro la tentazione del ripiegamento su se stessi e sulle proprie sicurezze da difendere. È adulto chi sa amare e dare la vita,che vuol dire testimoniare e generare
nello stesso tempo.
Per questo, le esperienze formative fatte in AC tendono a promuovere una persona in grado di coniugare autorealizzazione e dono di sé, fede e ragione, ascolto e dialogo: emerge da esse un adulto
che opera per costruire trame di relazioni fraterne e solidali e sa esercitare la propria responsabilità nella Chiesa e nella società. La dottrina sociale della Chiesa, che conosce e diffonde, è
un punto di riferimento essenziale da cui egli è spinto ad attivarsi nel cogliere i bisogni e a mettere a disposizione le proprie competenze.
Il centro della proposta rimane la figura di Cristo; il rapporto vivo e maturo con lui apre l’adulto alla testimonianza, al servizio, alla promozione di una cultura autenticamente umana. Per
questo, oltre a crescere nella preghiera quotidiana, egli sceglie di fare ogni anno l’esperienza degli esercizi spirituali.
Il cammino formativo è sostenuto da un gruppo, esperienza comunitaria in cui stanno in equilibrio obiettivi associativi
e apertura alla comunità; coesione e servizio; ricerca di affinità e accoglienza della diversità. Il gruppo è il cuore di una vita associativa che educa all’unità e all’apertura; attraverso un
equilibrio tra il prendersi cura di sé e il realizzarsi nella dedizione ad altro da sé. Quello degli adulti è un gruppo che sa articolarsi e ricomporsi: articolarsi in base a specifiche esigenze
formative legate a particolari situazioni di vita: di coppia, di responsabilità genitoriale, di impegno sociale… per poi ricomporsi, per fare famiglia. In questo essere insieme il gruppo
acquisisce la stabilità di un’esperienza permanente, di cui ci si sente parte anche se le occasioni per incontrarsi non sono numerose; cui ci si sente legati anche quando si è costretti ad essere
fisicamente lontani. Di un gruppo vero ci si sente parte anche oltre i momenti in cui ci si incontra materialmente. La formazione dell’adulto non si può esaurire nel gruppo, ma si alimenta anche
dell’autoformazione.
GLI ANZIANI – Gli Adultissimi
Dentro la generazione adulta, si distingue un’età anziana che ha una soggettività che costituisce una risorsa preziosa per l’associazione, per la comunità cristiana e per la società civile. Oggi
si entra nell’età anziana ancora pieni di energie e di iniziativa, disponibili e desiderosi di metterle a servizio di tutti; con il procedere degli anni si conosce poi un’esperienza sempre più
marcata del limite nell’affievolirsi delle energie, talvolta nella malattia, spesso nella solitudine e nella marginalità.
Una vita teologale
Il cammino di fede dell’anziano deve promuovere e sostenere i valori della saggezza e della speranza, coltivando in modo particolare l’attesa dell’incontro con il Signore Gesù. Dove la crescita
cristiana non ha conosciuto arresti, l’anziano può testimoniare compiutamente una fede che ha raggiunto la semplicità e si radica nell’essenziale; una speranza che affronta con fortezza la
sofferenza e mostra il valore delle dimensioni deboli della vita come situazione di grazia in cui ci si può lasciar visitare dal Signore; una carità capace di attenzione libera e gratuita per gli
altri, disponibile alla relazione, impegnata nel servizio agli altri.
Nel cuore della vita cristiana L’Azione Cattolica propone agli anziani itinerari formativi ancor più radicati nel cuore della vita cristiana per dare una forma rinnovata alla quotidianità della
terza, quarta età: nella parola di Dio e nei sacramenti; nella preghiera; nel servizio alla comunità e all’associazione in cui esprimere un vero protagonismo apostolico. Agli anziani chiede anche
la disponibilità al dialogo con le generazioni più giovani, alla ricerca di quello scambio che consenta di mettere a disposizione di altri la ricchezza di esperienza maturata.
Gli itinerari formativi rivolti agli anziani devono anche suscitare quella creatività missionaria che li renda capaci di coinvolgere altri anziani in itinerari di riscoperta del senso e del
valore della fede che dà significato alla morte e alla vita.
Incontri:
Il Gruppo si incontra due volte al mese. Per le date fare riferimento al Foglio degli Avvisi settimanali.
Misericordia e
Parrocchia – Mons. Erio Castellucci Incontri per ascoltare e
incontri per confrontarsi Primo
incontro: 17
novembre 2015 ore 20,45 - San Giovanni Nuovo – Imola
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1° MAGGIO 2014: GIORNATA COMUNITARIA
Testimonianze
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Omelia di Don Marco
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